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Precarietà della vita e dipendenze

  • giglius1958
  • 7 giu 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Non esistono più sicurezze con le guerre infinite e il dio mercato che le vuole come linfa vitale senza le quali non sarebbe più egemonico, dovendo restituire alla politica le sue funzioni.

Oggi la politica e la democrazia liberale sono mantenute in ''coma terapeutico” dal capitale economico finanziario e dai suoi diktat globalizzati: la politica è ridotta alla sola ratifica delle esigenze del mercato globale e non incide più nella storia.

In questo scenario apocalittico vivono persone in carne ed ossa, con problemi economici ed esistenziali divenuti insopportabili e quindi non gestibili.

Non esistendo più alcuna sicurezza, ognuno reagisce aggrappandosi a ciò che crede possa portargli sollievo o addirittura trasferirlo in un altro mondo; mondo costruito attorno a una bottiglia, a una polverina, a una pastiglia, al ricalcare e copiare stili di vita “in” con cui la tv e la pubblicità ci ipnotizzano rendendoci schiavi ignari.

Ed ecco giovani e giovanissimi che cercano certezze e sicurezze che la vita non offre, attraverso la cocaina perché tale sostanza è divenuta la chiave d'accesso e di potere con cui ci si possa sentire “di un altro livello”, soprattutto perché la legge che vorrebbe il fascista Fini, dà loro l'opportunità, con la dose consentita di 500 milligrammi di principio attivo, di averne nelle tasche almeno due-tre grammi al giorno, senza rischiare quasi niente, poter vendere e potersi permettere il tenore di vita del figlio di un ricco imprenditore, pur venendo dalla periferia “proletaria” e ripudiata.

Molti bevono costantemente, si vestono con capi firmati e si pettinano come i divi della De Filippi perché solo in questo modo riescono a sentirsi importanti: se anni fa era “figo” ribellarsi, oggi per i giovani è ''trendy'' conformarsi e omologarsi per sentirsi parte di un ingranaggio e colmare quei vuoti esistenziali che riempiono ogni essere umano. Se ci fosse la possibilità di vivere in una società in cui anche le cosiddette droghe fossero portatrici di “culture altre”, ci sarebbero pochissimi abusi e qualche uso sorretto e guidato da coscienza e consapevolezza.

Ma così, come la guerra preventiva disgrega popoli, rafforza estremismi, fondamentalismi e vari tipi di terrorismo, così il proibizionismo (espressione della stessa matrice ideologica falsa e reazionaria) genera abusi, disturbi ossessivo-compulsivi, dipendenze e cancella la cultura, l'oggettività medico­scientifica, il buon senso e la libertà.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha messo ai primi due posti dell'elenco delle droghe più devastanti socialmente l'alcool e la nicotina, e pure si cerca di combattere la cannabis e i suoi derivati che non hanno fatto un solo morto né per il loro uso né per il loro abuso.

La realtà dello stato delle cose è evidente, ma nello stesso tempo così poco dichiarata dai media mondializzati, che i cittadini percepiscono le bugie proibizioniste (ripetute tutti i giorni con ritmo costante e martellante), come verità assolute da non poter essere messe in discussione.

Il proibizionismo non è basato su nessuna teoria scientifica, non produce effetti positivi, incentiva il mercato nero, i guadagni dell'intreccio politica-mafia, fa morire chi la usa e rovina la vita di intere famiglie. Dobbiamo riuscire assolutamente a invertire la rotta.

Le leggi proibizioniste nascono esclusivamente per porre sotto controllo e repressione quei segmenti della società giovanile che hanno spinte innovative, libertarie e oserei dire rivoluzionarie, e “lorsignori” non possono permettersi che ciò accada.

Lo sapete che chi spaccia (non una dose, ma chi spaccia da “grossista”) di solito vota a destra? Vota a destra perché il proibizionismo permette loro enormi guadagni con le coperture del sistema. Siete ancora proibizionisti?

Saluti comunisti libertari



 
 
 

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