"Nella stupidità c'è qualcosa di serio che, meglio orientato, potrebbe moltiplicare il numero dei capolavori".
Emil M. Cioran, Sillogismi dell'amarezza, Adelphi


Su di lui
Alessandro Gigli, 62 anni, nato (purtroppo) il 25.8.1958 a Jesi (AN), dopo lunghi studi (soprattutto per le bocciature e ripetuti anni sabbatici) è diventato professore di ginnastica.
Oggi che è diventato di ruolo, avendo meno preoccupazioni, si diletta a scrivere aforismi e a disegnare per gli amici. Molti di essi hanno un significato politico-sociale non omologato al pensiero dominante e tutti hanno lo scopo di divertire, far riflettere e far tremare le comode certezze.
Libertario radicale intollerante, non vuole insegnare niente a nessuno (anche se fa l’insegnante).
Dalla Presentazione del suo ultimo libro:
Che caratteristica deve avere un lavoro divertente? Non c’è un vero e proprio vademecum, non dovrebbe essercene... Sfogliando il lavoro di Alessandro mi è venuto in mente “Come sono diventato stupido” un cult, dove Antoine, un giovane studente sui generis, da piccolo ha l’ambizione di diventare Bugs Bunny, mentre da grande avrebbe voluto essere Vasco de Gama. Ecco, il lavoro di Alessandro segue un non-ordine perché è dettato dalle sue passioni che crescono e mutano sempre nel tempo, dai suoi giochi, dalle sue letture, dalla sua ricerca spasmodica di non essere un numero, di voler cambiare qualcosa. Un lavoro fatto anche di parole così leggere e pesanti insieme, dalla curiosità intellettuale che lo conduce sempre di più a collezionare storie, idee, disegni, situazioni a schema libero. E l’unica certezza sembra essere l’intento, mai la meta, di regalare l’opera agli amici, così si pensa e si ride insieme. Si ride anche di fallimenti che avvicinano il mondo intellettuale al più classico e malinconico mal de vivre. L’illuminazione di capovolgere la propria vita sforzandosi di sembrare stupidi con il disincanto di un ottantenne e la purezza del segno di un bimbo che gioca con le linee e con i colori.
GeniAle, mai banAle.
Grazie Ale,
una stupida stupita.
Grazia Tiberi
Dalla Postfazione astrologica dello stesso libro:
Per comprendere profondamente l’arte di Alessandro Gigli occorre calarsi
nel suo personaggio astrologico. Alessandro nasce il 25/08/1958
a Jesi, sotto il razionale segno zodiacale della Vergine, con ascendente
Ariete e la Luna in Capricorno.
Il suo Sole è in una perfetta congiunzione astrologica con il pulsionale
Plutone e Mercurio (archetipo dei processi mentali) nel dominante segno
del Leone.
Alessandro è un artista dotato di profondissima mente in grado di percepire
il lato oscuro di ogni cosa che gravita nel suo mondo e renderlo visibile
tramite un magistrale tratto grafico, rigorosamente elaborato velocemente
a mano libera, che lo rende unico, originale e inconfondibile.
Possiamo pensare Alessandro artista come Plutone di mitologica memoria,
nell’atto di rapire Persefone fanciulla, sua musa ispiratrice, per portarla
con lui nel sotterraneo regno dei morti e trasformarla in donna e poi
Regina dell’oscuro reame. Nulla è scontato nell’arte di Alessandro e ogni
disegno nasce da una pulsione profonda e irresistibile che trova la sua liberazione
tramite il disegno pensato come potente aforisma di vita vissuta.
Ogni pensiero, scritto o disegnato, viene partorito con la forza che nasce
dalle viscere del suo stesso essere, in un atto totalizzante ed estenuante.
Il suo ascendente Ariete, segno degli inizi, esprime la sua impulsività
priva di ogni mediazione armonica tipica dell’umano, da cui mentalmente
ama differenziarsi.
È un pioniere della comunicazione ironica, disinibita e provocatoria. La
sua Luna in Capricorno esprime l’amore assoluto, dissimulato con l’ironia
che lo contraddistingue, per il mondo femminile, primitivo e potente nelle
sue creazioni artistiche. Alessandro Gigli è la mano di Plutone che crea
un mondo fatto di ombre luminose e irriverenti.
Sappiate cogliere la sua essenza!
Cristina Barbaresi