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Per un nuovo antifascismo

  • giglius1958
  • 4 giu 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Il fascismo storico del ‘900 è stato sconfitto in primis dalla lotta partigiana da tante donne e uomini che hanno dato la loro vita per un ritorno alla democrazia.

È limitativo oggi dichiararsi anti fascisti combattendo solo i rigurgiti della storia del secolo scorso? Secondo me sì e vi spiego perché.

È vero che oggi ci sono gruppuscoli soprattutto di giovani (i più manovrabili) che si rifanno alle teorie di Hitler e Mussolini, ma tutto questo si colloca in un quadro generale di deficit democratico, di impegno civile attivo, di vero controllo popolare sulle decisioni prese dai vari governi, il tutto condito da quell’individualismo di massa a cui la società dei consumi e dello spettacolo ci ha spinto: il capitalismo ci ha diviso e noi siamo diventati atomi spersi nel vuoto, senza nessun barlume di coscienza collettiva. Tutto quello che ci interessa è la nostra piccola vita individuale, dimentichi del tutto e di tutti gli altri. In questa atmosfera si cercano vie traverse per ottenere privilegi singoli a scapito di diritti collettivi. Ha un grande peso poi, per quelli c.d. di sinistra, di essere stati catturati dal comunismo volgare e autoritario e soprattutto dal suo culto della personalità (stalinismo, maoismo...) che ha azzerato il sogno di una società basata sulla democrazia diretta e sull'autogestione del potere e del benessere collettivo. Quando si è attratti da una visione sociale autoritaria, il passo è veramente breve per accettare l’odierna, basata allo stesso modo sul “capo” che decide per tutti e questo decisionismo unilaterale è scambiato per democrazia forte e duratura. La sinistra non offre altra alternativa di società che non sia basata sui stessi presupposti ideologici di quella che abbiamo oggi, magari con uno stato più attivo nell'attenuare gli sfasci del mercato globale; quello stato che per un marxista dovrebbe essere il primo oppressore di classe.

In questo stato di cose, un'associazione veramente antifascista e moderna dovrebbe agire non solo contro i rigurgiti della storia ma anche contro il sistema dominante che pur cambiando guida, destra o sinistra, non modificherebbe mai né i rapporti di classe esistente, né lo sfruttamento, né l’alienazione, emblematici della società capitalistica. Mettiamoci poi la "monogamia informativa" e la propaganda capillare su tutti i media, che otteniamo un sistema che prima orienta il sentire comune e poi ci legifera sopra. Non credo di poter dire che oggi in Italia ci sia una forma di fascismo, ma sicuramente uno stato autoritario sì, orientato dalle gerarchie cattoliche, privato di solidi bilanciamenti parlamentari, esautorato dal controllo cosciente della gente ormai completamente etero-diretta manipolata così tanto da applaudire a chi li soffoca.

I primi a gridare furono Pasolini, Marcuse, Debord, ma furono inascoltati, tutti presi a sventolare il libretto rosso di Mao, a essere schiavi inconsapevoli di un’ideologia fondata ancora sulla divisione in classi sulla mancanza di libertà, sull'asservimento e la paura. E se queste erano le grida di libertà e anticonformismo che venivano dal popolo capisco come oggi ci si spellano le mani per i vari Prodi o Berlusconi. Si dovrebbe lottare per recuperare in noi stessi quegli anticorpi che a metà del Secolo scorso sono riusciti a far muovere le genti verso la riconquista della libertà. Ricercando la via per una vera democrazia che sia diretta e non delegata, etica, sana, senza alcun culto della personalità, senza delegare nessuno che stia sopra di noi, la nostra sorte, senza competizione e senza gerarchia. Oggi viviamo in un sistema ancor più pericoloso di quello totalitario, perché totalizzante: il totalitario è visibile, riconoscibile, quindi lo si può combattere; il totalizzante è invasivo, omologa le coscienze e distrugge diversità e verità, con la propaganda unilaterale che colloca le menzogne di regime e i bisogni indotti all'apice del sistema alimentando la parte più irrazionale brutale e necrofila del genere umano. Il vero antifascismo oggi consiste sia nel monitorare e tenere a debita distanza fisica e culturale i gruppi neo-nazifascisti, ma solo se a ciò si affianca una critica radicale allo sviluppo, al consumo compulsivo e all'accettazione di una società gerarchica che ci porta ad essere burattini nelle mani del potere. O si combatte la società dello spettacolo e la mercificazione di ogni aspetto della vita umana o non saremo mai veramente antifascisti.

Hasta la victoria siempre Alessandro Gigli




 
 
 

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